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Recensione "Iron Flowers" di Tracy Banghart

  • Melly
  • 6 ott 2018
  • Tempo di lettura: 4 min

In un mondo governato dagli uomini, in cui le donne non hanno alcun diritto, due sorelle gemelle non potrebbero essere più diverse l'una dall'altra. Nomi è testarda e ribelle. Serina è gentile e romantica e ha sempre desiderato diventare una delle Grazie, una delle mogli del principe. Ma il giorno in cui le due ragazze si recano a palazzo, Nomi come ancella, Serina come candidata Grazia, accade qualcosa di inaspettato che cambierà per sempre le loro vite. Perché contro ogni previsione è proprio Nomi a essere scelta dal principe come sua donna, non Serina… E mentre per Nomi inizia così una vita a palazzo, tra sfarzo e pericolosi intrighi di corte, Serina, accusata di tradimento per aver mostrato di saper leggere, viene confinata nell'isola di Monte Rovina, una prigione di donne ribelli in cui per sopravvivere occorre combattere e uccidere. Per entrambe, la fuga è impossibile e un solo errore potrebbe significare la morte. Quando non c'è soluzione, l'unica soluzione è cambiare le regole, e a volte bastano due sole donne per farlo.

 

IL LIBRO



Titolo: Iron Flowers (#1 Iron Flowers)

Editore: DeAgostini

Data di pubblicazione: maggio 2018

Autrice: Tracy Banghart

Categoria: distopico

Prezzo: 14,90 €

Pagine: 382

Valutazione: 4/5

Copertina originale:

 

RECENSIONE

"A Viridia, le donne venivano oppresse perché gli uomini avevano paura di loro."


Iron Flowers. Mai titolo potrebbe essere più azzeccato, perché è questo che siamo noi donne: fiori di ferro.

Questo libro tocca delle corde per me molto importanti poiché mi son sempre definita una fervente femminista e perché vengono trattati dei temi a cui tengo particolarmente e che ritengo fondamentali in un libro, poiché possono insegnare molto, senza sembrare delle lezioni o delle regole. I libri da sempre aiutano a plasmare le menti, a farle crescere, ragionare, a dar loro insegnamenti. È il motivo per cui i libri sono strumenti pericolosi, il motivo per cui in società come quella presente in Iron Flowers, ma che esistono anche nella realtà del giorno d’oggi, le donne, o addirittura i popoli, non possono accedervi. Bhe noi per fortuna possiamo accedervi e perciò è fondamentale che questi contengano dei messaggi positivi, contro la violenza, il razzismo, l’omofobia e il maschilismo, a pro della libertà e dei diritti, solo per citarne alcuni.

Mi ha fatto particolarmente piacere la dedica dell’autrice, Tracy Banghart:


"Per ogni donna a cui hanno detto di stare zitta e buona... e che invece ha avuto il coraggio di reagire."


Donne come Serina e Nomi ci fan capire quanto sia importante reagire, reagire di fronte ai soprusi, alla violenza, al maschilismo, alla misoginia, all’ingiustizia, alle differenze di genere, ma soprattutto farlo con intelligenza.

In questo libro vediamo due donne, due sorelle, imprigionate ognuna nella propria gabbia: Serina su un’isola che non è altro che un carcere femminile, costretta a combattere, a uccidere, per sopravvivere, solo per il divertimento delle guardie; Nomi in un palazzo dorato in cui il suo spirito ribelle si sente stretto, costretta a compiacere un uomo che disprezza e a comportarsi come una marionetta.

Ho subito ammirato lo spirito combattivo di Nomi, il suo essere una ribelle, ma ho ammirato ancora di più quello nato in Serina, che è passata dall’essere sottomessa a essere una vera guerriera. Biasimavo Serina inizialmente per la sua accettazione, mentre mi è dispiaciuto veder Nomi assoggettarsi alla società. Eppure leggendo ho capito, ho dovuto rendermi conto delle posizioni di entrambe: la prima è di più giovane età e a palazzo è stata costretta a mitigare il suo impetuoso carattere per poter sopravvivere e salvare la sorella, ma non ha mai smesso di combattere la sua battaglia, mentre la seconda era cresciuta in una società maschilista e si voleva sacrificare per la propria famiglia divenendo una Grazia, in una visione matura e intelligente, anche se ciò significava sottomettersi a quella ingiusta società. Entrambi i punti di vista li ho trovati interessanti, giusti e ricolmi di coraggio. Entrambe le ragazze hanno dovuto crescere, maturare e superare i propri limiti, per sè stesse o per un bene superiore.

Non ci son stati molti altri personaggi che ho apprezzato in realtà: tutto e tutti in questa società hanno mostrato di essere consapevolmente o inconsapevolmente asserviti alle regole dettate dal Supremo.

Tranne forse le due altre metà delle mie ship, perché sì, sotto tutto questo scontro di ideali abbiamo anche delle storie d’amore, velate ma esistenti: (SPOILER: Valentino e Serina, Malachi e Nomi. Soprattutto vorrei spezzare una quantità infinita di lance a favore di Malachi. Fin dall’inizio Asa non mi convinceva, qualcosa in lui non andava, e infatti si è rivelato esattamente chi pensavo fosse: un approfittatore. Malachi invece lo ho sempre visto trattenuto, bloccato dai suoi doveri e irrimediabilmente infatuato di Nomi, attratto come una mosca al miele dal suo carattere ribelle. Ho fin da subito tifato per lui e se non me lo fanno sopravvivere potrei uccidere una scrittrice.)

Oltre a questo tipo di amore possiamo trovare però quello ancor più pronunciato, che è quello fraterno tra Serina e Nomi, entrambe pronte a tutto pur di salvar la vita dell’altra, contrapposto a quello inesistente tra i fratelli Asa e Malachi, il cui rapporto è basato sul disprezzo l’uno dell’altro.

Per quanto riguarda lo stile di scrittura devo dire che mi è piaciuto, tutto sommato, ma lo ho trovato un po’ debole. Bello e necessario il doppio narrato, di Serina e Nomi, ma al contempo qualcosa non mi ha convinto, anche se purtroppo non saprei dirvi cosa. A pelle qualcosa non mi ha conquistata. Nonostante ciò la trama la trovo molto ben fatta, intelligente, ben strutturata e coerente. I personaggi sono ben descritti e caratterizzati, ognuno con una sua storia e carattere, anche se ci sono ancora molti punti interrogativi su di loro, mentre i luoghi son dettagliatamente presentati, resi luminosi o cupi in maniera precisa, così come le situazioni. Potevo immaginare perfettamente ogni punto dell’isola in cui era costretta Serine, ogni avvenimento che lei vedeva, provare ogni sensazione avuta da Nomi, comprenderne ogni motivazione del modo di agire.


Si tratta di un romanzo che ti spinge a doverlo finire il prima possibile per svelare tutti i segreti, per capire tutti gli schemi e per vedere come potrebbero concludersi le situazioni create. Lo ho letto in un giorno e solo leggendolo potrete capire il perché di tanta fretta.

Penso che questo possa essere un grande inizio di serie. Di certo la curiosità di leggere il sequel è enorme e pensare di dover aspettare è straziante, soprattutto vista la conclusione di questo primo capitolo, che conclude gli schemi creati, ma lascia entrambe le protagoniste in situazioni interessanti e aperte, ma credo ne valga tutta la pena di attendere.


MELLY



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